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La Società Bonifiche Sarde - Storia

La storia della Società

Agli inizi del novecento la Sardegna, ad eccezione della zona mineraria del Sulcis, era ancora una terra a prevalente economia agro-pastorale arcaica in quanto in gran parte incolta o basata su micro aziende contadine o pascolo vagante.

Erano altresì del tutto assenti le attività manifatturiere.

La base di avvio per una inversione di tendenza venne data dalla legge speciale del 02/08/1897, promossa dall’ on. Cocco Ortu, allora Ministro dell’ Agricoltura che contemplava provvidenze di un certo rilievo per l’economia sarda.

Il provvedimento legislativo prevedeva la regolamentazione delle acque mediante la costruzione di sbarramenti sui principali fiumi della Sardegna, con il preciso obiettivo di regolarne le piene , sfruttarne le acque in modo da realizzare aziende agricole moderne, tali da favorire lo sviluppo di colture intensive; nel contempo si intravedevano nell’ elettricità le grandi direttrici sulle quali si sarebbe potuto fondare una strategia economico-industriale tale da produrre una vera rivoluzione nella debolissima economia sarda.
In questa situazione svolse un ruolo guida la Banca Commerciale Italiana, modello di Banca Mista che oltre a svolgere le tradizionali operazioni bancarie, rivolge il suo interesse verso lo sviluppo industriale.

All’ originario progetto Giordano, che prevedeva la regolamentazione del Tirso con la costruzione di una diga della capacità di 33 mil- di mc, il Governo attraverso una proposta del ministro Sacchi, l’8 maggio 1913, presentò un disegno di legge di iniziativa ministeriale “ sui provvedimenti relativi alla costruzione di serbatoi e laghi sul Tirso e sui fiumi Silani”, legge approvata il 30 maggio successivo , provvedimento supportato sulla base degli studi compiuti, per il bacino del Tirso dall’ ing. Angelo Omodeo, il quale progettava e prevedeva la realizzazione di un bacino, la cui capacità complessiva non doveva essere inferiore a 330.000.000. di mc. di cui 280.000.000 per immagazzinare l’acqua necessaria per provvedere alla irrigazione e con la capacità residua regolare le piene del Tirso, come dall’ art. 1 del disciplinare di concessione. Ciò comportò, da parte della Banca Commerciale Italiana, la formazione di un gruppo di imprese, Elettrica Sarda, Imprese Elettriche del Tirso, Società Strade Ferrate Meridionale, che svilupparono la loro azione con la costruzione di dighe e bacini (Tirso, Flumendosa, Coghinas), per la distribuzione di energia elettrica nell’isola.
Nel 1918, con la direzione unificata del gruppo affidata alle notevoli capacità dell’Ing. Giulio Dolcetta, prese avvio la terza linea di intervento volta ad utilizzare, attraverso una nuova società, la SBS, le dighe e l’energia elettrica anche per la realizzazione di bonifiche idrauliche ed agrarie dando cosi corpo allo studio di due eminenti tecnici agrari, Vittorio Alpe ed Arrigo Serpieri, i quali avevano valutato la possibilità che il Campidano oristanese potesse essere trasformato con l’ irrigazione.

Il 23 dicembre 1918 presso lo studio del notaio Dr. Federico Guasti a Milano si costituiva la Società Anonima Bonifiche Sarde, con un capitale iniziale di lire un milione; scopo della Società, secondo l’articolo primo dello statuto, era principalmente la bonifica idraulica ed agraria di terreni in Sardegna.
Nel 1923 la Società avviava gli interventi di bonifica, secondo un piano ed un progetto agronomico studiato dall’ avv. Antonio Pierazzuoli , direttore della Cassa di Credito Agrario di Cagliari, che avrebbe dovuto interessare 18.000 Ha. di cui, in questa fase, per il 50% di proprietà della medesima.
Si delinearono già da subito gli assetti organizzativi che individuavano l’organizzazione tecnica con lo studio dell’Ing. Omodeo, dei fratelli Ingg. Scano di Cagliari, e dell’Ing. Sequi di Terralba il quale, oltre che cedere 3.000 Ha. di suoi terreni nella piana di Terralba, individuava ed acquistava, per conto della Società, le aree che sarebbero state oggetto di bonifica.
Nel 1928 venne inaugurato il Villaggio, che venne costituito in Comune nel 1931 col nome di Mussolinia di Sardegna.
Nel 1933, il realizzatore della Bonifica ing. Dolcetta lascia per vari motivi la direzione della Società e con esso avviene il disimpegno della Banca Commerciale Italiana, la cui quota azionaria venne trasferita all’IRI.
Cosi ché la Bonifica ebbe due periodi ben distinti, il primo che ebbe come protagonista assoluto l’ ing. Dolcetta ed il dott. Gervaso, direttore delle Bonifiche Sarde S.p.A.,ed il secondo con il passaggio della società all’ IRI.

L’ IRI gestisce la Società dal 1933 al 1950.
Nel 1950 a eseguito dell’entrata in vigore della Legge Segni sulla formazione della proprietà coltivatrice viene dato corpo alla Riforma Fondiaria, per cui nel 1954 con il trasferimento del pacchetto azionario della Società Bonifiche Sarde S.p.A. dall’ IRI all’ ETFAS, i mezzadri ottennero l’assegnazione dei rispettivi poderi con i benefici della legge istitutiva della riforma agraria, ciò dopo aver superato notevoli difficoltà amministrative in quanto” la connotazione giuridica di “azienda modello” ne impediva l’ espropri abilità ed il conseguente frazionamento.
In tal modo 8.000 ettari del territorio bonificato passarono ai mezzadri, ed una superficie di minor misura ad alcuni residenti nei Comuni di Terralba e Marrubiu denominati “ Quotisti Sassu”; mentre circa 680 ettari rimasero nella proprietà della S.B.S. e costituiscono attualmente l’azienda agricola delle Bonifiche Sarde spa.
Si tratta dei terreni ottenuti col prosciugamento dello stagno del Sassu.
L’ appoderamento, realizzato per l’ assegnazione dei poderi ai mezzadri, prevedeva che tutte le opere ed i manufatti realizzati per la bonifica del territorio e per il suo utilizzo agronomico quali: canali irrigui, opere di colo, fasce frangivento, pineta litoranea, rimanessero di proprietà della Società, cosi come la gestione dei terreni e dei beni in corso di assegnazione, ciò affinché potesse esserne garantita la funzionalità, l’ integrità e la conservazione.

Successivamente, con la costituzione del Consorzio di Bonifica del Campidano di Terralba ed Arborea tutte le opere di bonifica principali, irrigue, di sollevamento, distribuzione e, di colo sono state affidate allo stesso Consorzio.
Con una serie di permute intervenute nel 1964, tra l’E.T.F.A.S. e la Società Bonifiche Sarde, la stessa ha ceduto cospicue superfici di terreni per il completamento dell’appoderamento e presso che tutti i fabbricati costituenti, sia il nucleo urbano di Arborea che quelli delle borgate periferiche della stessa cittadina ricevendo in permuta aree di notevolissimo valore naturalistico-ambientale in diversi comuni della Sardegna.
Si tratta per lo più di fasce costiere litoranee nei comuni di Alghero, Buggerru, Castiadas, Pula e nei comuni di Marrubiu, Laconi, Siamaggiore, Siniscola.
Nel 1965 l’ETFAS, nella sua qualità di Azionista di riferimento ravvisa la necessità di affidare alle Bonifiche Sarde S.p.A. la gestione di tutti gli immobili di Arborea e di quelle parti di territorio non assegnate o comunque ancora da sottoporre ad opere di trasformazione fondiaria, ciò affinché venisse data una continuità gestionale all’ intera Bonifica.
Questo provvedimento veniva disposto attraverso una comunicazione, a firma del presidente dell’ ETFAS, dott. Pampaloni.

L’Ente di riforma, successivamente alla assegnazione dei terreni, ha promosso la costituzione di Società Cooperative, oggi autonomamente gestite e sviluppate dagli ex mezzadri divenuti imprenditori agricoli.

Esse sono le seguenti:

Cooperativa Assegnatari ETFAS, in maggioranza ex mezzadri SBS, opera nella zona di origine dunale appoderata su di una superficie di circa 4.700 Ha e raggruppa circa 275 soci. Fornisce servizi quali: assistenza tecnico agraria, servizio magazzino, contabilità ai soci, commercializzazione ed acquisto di prodotti.

Cooperativa Assegnatari Associati Arborea, prevede alla commercializzazione ed alla trasformazione del latte conferito dai circa 273 soci di Arborea e da altra raccolta esterna al Territorio di Bonifica.

Cooperativa Quotisti Sassu, opera sui terreni nella zona ex alveo dello stagno del Sassu originariamente con 80 soci, su di una superficie di Ha 700 fornisce gli stessi servizi della Cooperativa Assegnatari Etfas.

Come si potrà evincere dal breve cenno storico, fin quì fatto, la Società Bonifiche Sarde, con le Società collegate del gruppo Tirso, sono state protagonista delle vicende storiche legate allo sviluppo industriale, ed in particolar modo di quello agricolo della Sardegna dei primi del ‘900, contribuendo all’ avvio della modernizzazione, togliendo la Sardegna da una condizione di arretratezza, ponendo fine ad una interminabile inerzia e realizzando le aspettative delle popolazioni isolane.
Nell’arco temporale di un ventennio si programmò e realizzò la trasformazione integrale del territorio trasformando una terra desolata e deserta, colpita dal dissesto idrogeologico, flagellata dalla malaria e dalle intemperie ( vennero prosciugate circa 172 paludi e deviato il corso del Fiume Rio Mogoro) in una terra irrigua con aziende razionali e moderne basata sull’irrigazione e l’ elettrificazione rurale, condotte da coloni provenienti per lo più dal Veneto e dal Polesine, la cui gestione era regolata da un contratto di mezzadria appositamente studiato.
Tutto ciò dopo i tentativi vani di precedenti interventi di bonifica realizzati, nel secolo precedente, in varie località della Sardegna quali: Sanluri, Asinara, Montresta, Santa Sofia.

geom. giovanni Graziano Fadda
(Responsabile Archivio Storico)

 

   
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